Pane e vino (page 2 of 2)

Insieme all’olio e al sale, la base della vita. Elementi cristologici per antonomasia, i primi due, che danno il titolo alla nostra Rubrica; poi, l’olio, che nei sacramenti battesimo ed estrema unzione segna il nostro inizio e la nostra fine; e il sale, cui è rimasto legato il senso di ciò che riceviamo in cambio per il nostro lavoro, il salario. Accanto a considerazioni diverse, anche i luoghi dove si beve e si mangia, poi le ricette e tutto ciò che l’appetito ci suggerisce.

MEGLIO UN UOVO OGGI

A dare un’occhiata intorno, un blog di successo ha caratteristiche precise.
Fa vedere borse e scarpe, cosa che a me non passa nemmeno per la testa, uso una sola borsa, seppure piuttosto bella e non sono una maniaca delle scarpe; mostra continuamente vestiti diversi e io sto sempre vestita nel medesimo modo; pubblica le foto delle vacanze in posti esotici e io non sono mai stata in un posto cosiddetto esotico in vita mia.
Ma, come tutte le blogger che si rispettino, ho anch’io il mio asso nella manica e colgo al volo un’altra possibilità.
Dunque, eccomi a darvi alcune delle mie ricette di cucina, cominciando da quella che realizzo più spesso e con un certo talento, forte anche del fatto che il mio piatto può essere servito a tutti e tre i pasti principali della giornata, per non parlare di quanto sia opportuno portarselo in viaggio o gustarlo in mezzo alla natura per una di quelle occasioni che i pittori ci hanno insegnato a chiamare déjeuner sur l’herbe.

Ecco, dunque, per voi, il mio: uovo sodo.

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SAPER CUOCERE UN UOVO: PICCOLA STORIA DELL’ARTE VISTA DALLA PARTE DEL ROSSO E DEL BIANCO

(Questo piccolo saggio, in realtà un divertissement, è già apparso nella rivista ‘Zeusi’. Ho tolto le note e aggiunto un po’ di immagini in modo da renderlo più digeribile. Visto che parla di uova e che in tanti ne diffidano perché dicono che fanno male a questo e a quello, pure se non è vero, è meglio andarci cauti)

Piero della Francesca, Pala di Brera, 1472

  «Non sapete come quietare un bambino che piange perché vorrebbe qualche leccornia per colazione? Se avete un uovo fresco sbattetene bene il torlo in una tazza in forma di ciotola con due o tre cucchiaini di zucchero in polvere, poi mescolate soda la chiara ed unitela in modo che non ismonti. Mettete la tazza davanti al bambino con fettine di pane da intingere, colle quali si farà i baffi gialli e lo vedrete contentissimo» (Pellegrino Artusi, Ricetta 719. Un uovo per un bambino, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, 1910)

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LE SERE IN TRASPARENZA

Con Montale, ‘praticammo con cura il carpe diem’.
Nel senso che decidemmo di chiedere tutto e subito. E di tutto vivere e utilizzare: soprattutto i sentimenti, nel senso che volevamo sentirli appieno.
C’è qualcuno che ha qualcosa in contrario?
Oddio, non sempre fu possibile. Per esempio, le scarpe nuove. E se viene a piovere?
E, poi, le bottiglie di vino.
E se succede qualcosa di ancora più importante?

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Fin ch’han del vino

«Fin ch’han del vino»: storie enologiche fra arte, vita e territorio*

 «Vini del Capo dopo la minestra, vino bianco secco con il pesce, tranne che il pesce non sia cotto nel vino rosso, ché allora un Ravello rosa è l’ideale per fargli compagnia, Borgogna, Lambrusco o Corato per l’arrosto, Falerno o Alicante con il dessert, champagne, dopo. In Francia uno sbaglio nella scelta dei vini suscita sdegno; mal elevé è l’aggettivo più benigno con cui si definisce l’inesperto»

Voi fateci caso: se pure le persone che siedono al vostro tavolo al ristorante o quelle che vi hanno invitato a cena e fatti accomodare in sala da pranzo rientrano nella categoria, aliena e vagamente triste, degli astemi, in giro c’è un sacco di gente che beve.

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