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NEWSLETTER #142 E DALLE MACCHINE PER NOI I COMPLIMENTI DEI PLAYBOY

Mary Cassat, Ragazzina sulla poltrona blu, 1878

Biglietto n° 85: La ragazzina nella poltrona blu di Mary Cassat, 1878

I fischi dei muratori. Con le donne, come fai, fai male.
Le guardi e si lamentano.
Non le guardi e si lamentano.
«…un giorno era venuta al suo studio con un vestitino da ninfetta con la gonna a pallone cortissima e si era fatta su i capelli neri in una sola treccia compatta e col suo faccino impertinente da sminfera poteva dimostrare quindici sedici anni al massimo e loro due erano usciti e i garzoni muratori seduti per terra a mangiare dall’altra parte della strada mandavano lunghi sibili e lei ancheggiava in modo abbastanza indecente completamente divertita e a lui stesso la cosa aveva fatto piacere perdio…».
Questo è Dino Buzzati in Un amore, come si capisce dalla gonna a palloncino, nel 1963.

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NEWSLETTER #140 SALVARE LA PELLE (DELLA CAROTA). BIGLIETTO N° 83: NATURA MORTA CON CARDO E CAROTE DI J. SÁNCHEZ COTÁN, 1603

Juan Sánchez Cotán, Natura morta con cardo e carote, 1603

La perfezione è di questo mondo. Non è un toc.
Non è un tic.
Non è finita lì.
«…a elBulli ci sono idee particolari su come una carota dovrebbe essere tagliata. Eugeni (De Diego) lo dimostra, prima pelando la carota, poi allineando la pelle (la buccia) scartata in pile ordinate. Taglia le estremità di ogni carota, poi l’affetta per lungo sulla lama di una mandolina. Quando ha fette perfette, le taglia in bastoncini e poi ancora nei piccoli cubi che la brunoise richiede. Dà colpetti al mucchio di carote – ventiquattro libbre (dodici chili) – e fa segno agli stagisti di mettersi ai lati della tavola centrale. “Per una sola persona, ci vorrebbero dieci ore per farlo”, dice. “Ma con voi tutti, si fa in dieci minuti”».

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NEWSLETTER #141 LA VITA, NO? BIGLIETTO N° 84: IL MONUMENTO A BALZAC DI AUGUSTE RODIN, 1897

Auguste Rodin, Balzac, 1897

Seratine. Finalmente un film.
Un film vero, per prima cosa lungo, 144 minuti, che poi significa che ti devi organizzare un vassoio con la cena e se lo fai dopo un po’ più di un’ora dall’inizio, va bene.
Però va ancora meglio se prima ti sei aperto una bottiglia, tutti nel film bevono e bevono continuamente, fra l’altro in bicchieri bellissimi, quindi conviene che ti apri la bottiglia giusta e che la servi nei giusti bicchieri.
E tutti nel film mangiano, in locali diversi, che salgono e scendono di tono, insomma, conviene che mangi pure tu e pure se lo fai nel tuo stile, non ti senti fuori dalla storia.
Anzi.

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NEWSLETTER #139 SPAESAMENTI. BIGLIETTO N° 82: LE DONNE DI ALGERI DI EUGÈNE DELACROIX, 1834

Eugène Delacroix, Donne di Algeri, 1834

Del turismo. «Quanto a vedere la città, non ci pensava per niente, essendo di quella rara razza di inglesi che fanno visitare dai loro domestici i paesi che attraversano».
Questo è Jules Verne nel suo Il giro del mondo in 80 giorni e l’inglese che fa turismo per procura è il protagonista, Phileas Fogg.
E qui prende in mano la narrazione George Perec, che nel suo Espèces d’Espaces (Specie di spazi) del 1974 parte alla conquista dello spazio, non quello là, bensì questo qua, la pagina, il letto, la camera, l’appartamento, il palazzo, la strada, il quartiere, la città, il paese, il mondo, tutti posti che sono qua che personalmente trovo ben più suggestivi dei posti che sono là.
Nel capitolo che si intitola come questo paragrafo della Newsletter, e viceversa, lo scrittore dà queste istruzioni: «Piuttosto che visitare Londra, rimanere chez soi, all’angolo del camino e leggere le insostituibili indicazioni che fornisce il Baedecker (edizione del 1907)».

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NEWSLETTER #138 Già la mensa è preparata. Biglietto n° 81: I menu di Auguste Escoffier per l’Hotel Carlton di Londra, 1907-1908

Auguste Escoffier, Menu per l’Hotel Carlton di Londra

Patti chiari. «Niente peli in faccia, unghie pulite e tagliate, non indossare la giacca da chef fuori dal ristorante e, comunque, siete responsabili del suo lavaggio. Niente scherzi o burle in cucina, non vogliamo nessun malinteso. Pantaloni e scarpe devono essere neri; dovete sempre avere con voi una piccola spatola (un coltello piatto con una punta arrotondata). Non bere sul posto di lavoro e non fare tardi: arrivate tardi più di una volta, e sarete rimandati a casa…Ho una lista di tremila persone che vorrebbero essere dove siete voi…così, se devo buttarvi fuori, ho un sacco di gente che aspetta di prendere il vostro posto».

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NEWSLETTER #137 MORBIDA E TENERA. Biglietto n° 80: Il Tumulo di burro di Antoine Vollon, 1885

Antoine Vollon, Il tumulo di burro, 1885

L’altro corno del diavolo. Secondo gli italiani, almeno quelli da Firenze in giù, più esiziale del pepe c’è solo il burro.
Esso è considerato il portatore di tutti i mali anche da persone che al ristorante non esitano a ordinare le penne rigate ai quattro formaggi: parmigiano, emmental, taleggio, gorgonzola.
A parte la stupidità della ricetta, i formaggi sciolti mi fanno il medesimo effetto dei gatti, che di notte sono tutti bigi.
Parimenti, i formaggi fusi li assimilo tutti alle sottilette.
E allora la fonduta.
Quella va bene con una corona di Alpi intorno.
In mancanza di Alpi, mangio altro.

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NEWSLETTER #136 IL RE DELLA TAVOLA. BIGLIETTO N° 79: IL MACINAPEPE BISTRO DELLA PEUGEOT, 1874

Il macinapepe Bistro della Peugeot, 1874

Bigger than Life. Il fatto è che abbiamo visto Versailles.
Dunque, amiamo le Roi Soleil.
E mai ci verrebbe in mente di considerare Philippe d’Orléans, fratello del re, un nullafacente insulso e fastidioso.
Anzi.


Ma nel film le cose stanno diversamente e i due sono antipaticissimi.
Per fortuna, però, c’è dell’altro.

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NEWSLETTER #124 FREDDO SECCO. BIGLIETTO N° 67, LA FREDDOLOSA DI JEAN-ANTOINE HOUDON, 1783

Jean-Antoine Houdon, L’Inverno o La Freddolosa, 1783

Dry January. Vedrete che fra un po’ metteranno i limiti di velocità sui circuiti di Formula Uno.
Sylvain Tesson, che è un avventuriero moderno, uno scrittore-viaggiatore che fa cose estreme, che scala tutto quello che è possibile scalare e che ha finito col riportare un brutto trauma cranico cadendo dal terzo piano mentre cercava di rientrare in casa arrampicandosi dall’esterno perché aveva dimenticato le chiavi, dice che presto saremo obbligati a camminare per la strada con un casco.

Sylvain Tesson

Del resto, basta vedere i bambini in bicicletta, pupetti di quattro anni con paragomiti, paraginocchi e paratesta, oltre a un numero di ruote pari a quattro, con appresso un genitore che si torce le mani per l’apprensione.

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Newsletter #117. Ma odo parole più nuove. Biglietto n° 60: Self-Portrait as a Deaf Man (Autoritratto da sordo) di Sir Joshua Reynolds

Sir Joshua Reynolds, Self-Portrait as a Deaf Man, 1775

Situazioni. Accademia, aula di Storia dell’arte.
Sto per iniziare una lezione, in seconda fila, ben visibile, uno studente con gli auricolari indossati.
D’ora in poi, anche, le cuffiette.
Io: «Toglile».
Lui: «Sono spente».
Io: «Toglile lo stesso».
Lui: «Le porto sempre».
Io: «Pure quando fai la doccia?».
Lui: «Sì».
Come dice la canzone: bisogna saper perdere.
E lascio perdere.
Metropolitana. Gente con la mascherina, le cuffiette, il laccetto degli occhiali, gli occhiali, la sciarpa.
Ancora uno sforzo, il filo di luci, e l’addobbo dell’albero, fra un po’ è Natale, no?, è completo.

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NEWSLETTER #108 LE CARTE IN TAVOLA Biglietto n° 51: I Bari di Caravaggio, 1594

Caravaggio, I Bari, 1594

Relazioni. Ogni volta che entro nell’Happy Bar di Andrea in via Tuscolana lui mi accoglie con un «Ecco la barista per caso».
Io preferisco definirmi in un altro modo, che poi vi dico.
Il fatto è che contraggo continuamente debiti di riconoscenza con alcuni titolari di attività cosiddette commerciali vicino a casa mia.
La signora Anna della lavanderia dove porto a stirare le lenzuola e i ragazzi del garage in primo luogo, che, tutti, mi usano infinite cortesie, dal non farmi pagare il piumino che porto a gonfiare dopo averlo lavato in lavatrice, la prima, al prendermi i pacchi, gli altri.

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