Il ragazzino sembra uscito da un film di Larry Clark.
Sta fermo vicino ai cassonetti con in mano un pallone sgonfio.
Avrà undici anni.
Mi guarda con aria smarrita.
Gli chiedo se ha bisogno di qualcosa, mi dice se posso aiutarlo a capire dove buttare il suo pallone.
Nella raccolta indifferenziata.
E ciò nonostante i cassonetti siano tutti pieni fino a scoppiare, quindi logica vorrebbe che sia corretto usare quello con ancora un po’ di spazio.
Troviamo un buco per il pallone.
Gli chiedo se da grande vuole fare il calciatore. Dice che non lo sa.
Come, non lo sai, se Totti lo andavano a prendere i responsabili della Roma Primavera all’uscita del catechismo quando aveva otto anni.
Delizioso racconto che mi ha fatto una volta una signora della medesima parrocchia.
Il ragazzino non sa che cosa vuole fare da grande.
Gli auguro di fare qualcosa di bello.
Per favore, non lo youtuber.
Casomai l’ingegnere edile o il geografo.
Una cosa seria.
(Ma il pallone, non puoi ripararlo?)