Arte e cinema (page 9 of 9)

Insieme perché hanno entrambi a che fare con l’immagine. L’arte, semplicemente, il mio lavoro, la professione amatissima, ciò cui mi dedico in modo completo e totale. Vi racconto la mia arte, così come la vivo, la studio, la diffondo. Il cinema, ve lo dico subito, ciò che farò nella mia prossima vita, non appena mi sarà data la possibilità di scegliere: critico o sceneggiatore, poco importa, l’importante sarà stare in una sala buia, accomodata in una accogliente poltrona, con fuori il mondo con tutti i suoi fastidi. Oppure davanti a uno schermo o a una pagina bianca, inventando situazioni e vite alternative, per me e per gli altri.

HIC HUMILITER QUIESCIT. La tomba di Bernini

HIC HUMILITER QUIESCIT: la tomba di Gian Lorenzo Bernini in Santa Maria Maggiore

La cosa si è imposta come un’evidenza. Prima della fine dell’anno volevo andare a rendere omaggio a Gian Lorenzo Bernini sulla sua tomba.
Per motivi diversi: la mostra a lui dedicata in corso alla Galleria Borghese; la necessità di avere sempre presente uno la cui grandezza ha fatto grande Roma; il contatto con una personalità così brillante che mi servisse da viatico per passare al nuovo anno.

Piove. A Roma piove da giorni, piove come piove ogni tanto a dicembre, il cielo grigio piombo, nel tempo sospeso delle vacanze di Natale.
Dico vado alla stazione e prendo la mia rivista settimanale francese, poi compro il pane al Mercato Centrale, poi arrivo a piedi a Santa Maria Maggiore, ci sarà una fila interminabile.
La fila c’è e, subito, si fa interminabile sul serio. Dietro di me, due donne che si somigliano, nella mancata avvenenza fisica, nell’abbigliamento inguardabile, zaini, cappelletto di lana, occhiali da vista grandi e identici, scarponi da montagna, giacconi senza forma. Vengono dal Nord Italia, non riconosco da dove, che cosa sono, sorelle, amiche, madre e figlia. Va’ a capire. Continua a leggere

Matti per le serie: Six Feet Under

L’antefatto

Da ragazza andavo a un sacco di feste.
E ci andavo esattamente per il medesimo motivo per cui adesso non ci vado più: perché alle feste si incontra un sacco di gente. Come e perché io abbia smesso di incontrare gente non interessa a nessuno, tantomeno a me, quindi andiamo avanti.

A una di queste feste una volta conosco un ragazzo carinissimo che subito mi chiede secondo me perché quando lui lavora, e mi spiega che fa l’autista, e sta lì parcheggiato, nessuna ragazza risponde al suo saluto nonostante lui ce la metta tutta per farsi notare.
Chiacchierando vengo a scoprire che lui fa l’autista per un’agenzia di pompe funebri, quindi, deduco, la macchina che lui guida è un carro con tanto di bara

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